Pagelle Parigi – Nizza 2017, Contador merita il 10 di Henao – Quante delusioni tra i velocisti…
Sergio Henao (Sky), 10: Primo grande successo per lo sfortunato colombiano, la cui carriera è stata sinora più volte interrotta per cause di forza maggiore. Spesso al servizio della squadra, ha finalmente la sua grande occasione anche in una corsa a tappe di primissimo piano e non la spreca, correndo col piglio del leader navigato. Ottimo nello sfruttare al meglio i suoi uomini (a partire da Mikel Nieve e dal cugino Sebastian Henao – voto 7,5 ad entrambi), ma anche nel farsi valere in prima persona, sfruttando al meglio le sue caratteristiche.
Alberto Contador (Trek-Segafredo), 10: Soffre nelle prime tappe, tanto da far osservare a più di un esperto come “quando era giovane questi problemi non li aveva”, ma con l’arrivo delle montagne viene fuori tutto il suo talento. Supportato da un preziosissimo Jarlinson Pantano (voto 8), quando la strada sale per davvero è il Pistolero a fare la corsa, senza nascondersi. L’azione nella tappa conclusiva non va a buon fine, ma non importa… Quando ci sono azioni come questo non ci può che applaudire, già con il rammarico che quando si sarà ritirato ci mancherà.
Daniel Martin (Quick-Step Floors), 8: In salita paga rispetto ai due grandi duellanti, ma bisogna anche sottolineare che in più di un’occasione ha speso energie per quello che inizialmente sembrava essere il suo capitano. Quando il suo giovane compagno crolla, lui invece si fa trovare pronto per cercare di tenere in piedi la baracca. Rispetto alla maglia gialla potenziale, un terzo posto lascia l’amaro in bocca, ma non è certo colpa sua.
Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors), 8: Protagonista appena gli è possibile, sin dal primo giorno il talentino francese si fa notare per l’ottimo colpo di pedale. Straordinario a cronometro, paga dazio nelle giornate successive, riuscendo comunque a correre con intelligenza, senza crollare, ma conquistando comunque un discreto piazzamento finale, riuscendo anche a riprendersi dopo la débacle della tappa regina. Alla fine si porta a casa un bel quinto posto finale, un successo di tappa e la maglia verde: alla vigilia il francese classe 1992 ci avrebbe firmato.
Arnaud Démare (FDJ), 8: Splendido vincitore della prima tappa, coglie altri due podi e un piazzamento correndo da assoluto protagonista finché ci son le tappe adatte a lui. Nei primi giorni, assieme alla sua FDJ si prende tutte le responsabilità che un campione si deve assumere, dimostrando una nuova maturità che sinora non gli si conosceva (né a lui, né al team).
Gorka Izagirre (Movistar), 7,5: Senza proclami, senza farsi particolarmente notare, chiude la corsa ai piedi del podio, dimostrando continuità e regolarità, su ogni terreno. Corre con intelligenza, senza strafare e chiedere troppo al proprio fisico, consapevole dei propri mezzi. Non sarà un campione, ma il suo lo fa molto bene.
David De La Cruz (Quick-Step Floors), 7,5: Corre per una settimana sempre al servizio dei capitani, preziosissimo per aiutare Alaphilippe a non naufragare sulla Couillole, ma nell’ultima tappa ha finalmente la libertà di giocarsi le sue carte. Trova la fuga del mattino, nella quale si gestisce senza farsi prendere la mano. Una volta arrivato Contador lo segue come un’ombra (come se fosse facile), per poi batterlo in volata.
Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), 7,5: Coglie la sua prima vittoria nel WorldTour al termine di una tappa di quelle che piacciono a lui, da tregenda, proponendosi poi nuovamente nell’ultima complicata tappa, nella quale coglie un bel quarto posto. Sta trovando la sua dimensione e la giusta consapevolezza di sé.
Sam Bennett (Bora-hansgrohe), 7,5: Anche per lui, il primo grande successo. L’arrivo di Peter Sagan gli chiuderà alcune porte, ma gli permetterà d’altro canto di proporsi in palcoscenici alternativi, comunque importanti come questo. Alla prima occasione dimostra che la squadra può contare anche su di lui.
Sam Ooomen (Team Sunweb), 7: Classe 1995, quando la strada sale è tra gli ultimi a perdere le ruote del gruppetto dei migliori, a volte dovendolo fare in supporto del proprio capitano. In una corsa di questo livello, può ritenersi ampiamente soddisfatto, chiudendo con un’ottima 14ª posizione, con i migliori risultati che arrivano proprio nelle frazioni più impegnative.
Lilian Calmejane (Direct Energie), 7: Grinta da vendere per il francese, che deve lottare praticamente ogni giorno per conquistare la maglia a pois. Tra i francesi di ultimissima generazione, è indubbiamente fra i più interessanti, dimostrando come il successo alla Vuelta dello scorso anno, da debuttante, non è stato un caso.
Ion Izagirre (Bahrain – Merida), 7: In salita è tra i più brillanti, anche se gli manca quel guizzo che gli permetterebbe di fare la differenza. Resta un gradino sotto i grandi favoriti, tra i migliori dei battuti, con la classifica finale che non rispecchia del tutto le sue prestazioni, visto il minuto perso il primo giorno. Senza di quello, sarebbe ai piedi del podio.
André Greipel (Lotto Soudal), 7: Non sembra in grandissima forma, ma la zampata riesce comunque a lasciarla con una volata perfetta, dando una lezione ai giovani rivali. Gli anni passano, ma continua a restare una certezza per gli sprint.
Warren Barguil (Team Sunweb), 6,5: Reagisce alle prime giornate difficili con caparbietà, risalendo la china nelle frazioni più impegnative. Gli manca sempre qualcosa, ma le condizioni di salute non erano perfette per cui il nono posto finale non è così male. Anche se chiaramente da lui ci si aspetta di più.
Simon Yates (Orica-Scott), 7: Una vittoria di tappa che sembra lanciarlo come uno dei grandi pretendenti fa da contraltare a prestazioni non proprio esaltanti nelle grandi montagne. Il bilancio è comunque positivo, anche se il piazzamento finale probabilmente non lo rende del tutto soddisfatto.
Richie Porte (BMC), 6,5: Il crollo nella seconda frazione viene riscattato con l’arrivo delle montagne. In una corsa che tradizionalmente lo vede brillare, il tasmano fa fatica nelle prime frazioni, soffrendo il freddo e i ritmi intensi, ma in salita è assolutamente tra i più pimpanti, unico a battere Contador sull’impervio Col de Couillole. Poteva essere un disastro, alla fine il bicchiere è mezzo pieno.
Michael Matthews (Team Sunweb), 6,5: Non vince, ma ci prova in tutti i modi con grande determinazione. Qualche errore di piazzamento nelle volate non gli permette grandi risultati, ma il colpo di pedale dimostrato in occasione della crono, così come in alcune tappe mosse, lascia in realtà presagire un ottimo stato di forma.
Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), 6: Sesto finale, il russo fa il suo, ma senza più. Siamo ancora lontani dai grandi appuntamenti, anche se probabilmente da lui, corridore spesso e volentieri aggressivo, ci si aspettava qualcosa in più.
Tony Gallopin (Lotto Soudal), 6: Tra i più brillanti nelle prime frazioni, quando arrivano le grandi salite viene respinto. È uno dei corridori più completi del gruppo, capace di farsi valere su quasi tutti i terreni, ma forse chiede troppo a se stesso.
Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 6: Di occasioni adatte a lui ce n’erano e non si può dire non ci abbia provato. Forse in alcune occasioni è anche troppo generoso, ma in generale la sua è una discreta prova, utile per le corse che verranno soprattutto, anche se qualcosina in più forse ce lo si poteva aspettare.
Jakob Fuglsang (Astana), 5,5: Nella prima tappa naufraga, dovendo rinunciare alle ambizioni di classifica. Non entusiasma, ma in fin dei conti senza quel disastroso inizio sarebbe nei primi dieci, dove ce lo si sarebbe aspettato. Forse avrebbe potuto correre un po’ più aggressivo, ma tutto sommato in salita risponde presente.
Magnus Cort Nielsen (Orica-Scott), 5,5: C’erano grandi rivali, ma si pensava di vederlo un po’ di più. Un sesto posto nella quinta tappa non basta per uno dei talenti più interessanti, che in questo inizio di stagione aveva già conquistato due successi di discreto livello.
John Degenkolb (Trek-Segafredo), 5,5: Se due podi non sono certo un disastro, visto che spesso il confine fra vittoria e sconfitta è molto sottile, appare evidente che gli manca ancora qualcosa. I grandi appuntamenti arrivano e dovrà invertire presto la tendenza.
Alexander Kristoff (Katusha-Alpecin), 5,5: Anche lui chiude con due podi, anche a lui manca qualcosa.
Dylan Groenewegen (LottoNL-Jumbo), 5: Classe 1993, il talento emergente delle volate è ancora acerbo. Qualche volta parte tardi, qualche volta troppo presto e qualche volta si fa sorprendere prima. Ma sta imparando.
Bryan Coquard (Direct Energie), 5: Si vede poco o nulla in una delle corse più importanti della sua stagione. Non è proprio buon segno, considerando anche che c’erano molte occcasioni per uno come lui. Condizioni fisiche non perfette lo salvano dalla stroncatura.
Marcel Kittel (Quick-Step Floors), 4,5: Quanta sofferenza per il tedesco. Ad inizio stagione sembrava tornato il dominatore delle volate, ma qualcosa non sta andando per il verso giusto. Se i suoi grandi obiettivi sono lontani, in questo periodo dell’anno dovrebbe comunque averne un po’ di più.
Nacer Bouhanni (Cofidis), SV: Tagliato fuori dal freddo, si ritira mestamente già dal secondo giorno.
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